martedì 22 ottobre 2013

LA CRISI E' LA SOLUZIONE di MATTEO VICINO

BoxOfficeBenful con enorme piacere è lieto di pubblicare - in esclusiva - questo articolo sul Cinema Italiano, l'Italia, la Crisi, i Giovani, la Cultura...scritto dal regista, Matteo Vicino.

LA CRISI E’ LA SOLUZIONE
Ciao, mi chiamo Matteo Vicino sono un regista italiano
Vorrei parlarvi dell’Italia e del cinema per una volta senza essere politicamente corretto. A volte fa bene a tutti dire la verità. Gli incassi di questo primo trimestre confermano una notte senza luce. I film italiani parlano di Storie familiari anni 70, donne in crisi che cercano la fede in Amazzonia e si fanno suore. Universitari poco credibili, commedie umilianti e così a seguire.
Siamo sicuri che ai giovani queste storie interessino?

Facciamo un passo indietro. Breve storia del cinema, una sorta di laurea in Dams breve in poche righe. Così le matricole potranno passare direttamente alla più sobria e utile facoltà di medicina. L'Italia è la seconda patria del cinema, che nasce in Francia come attrazione da "circo" di due fratelli, i Lumière. Poi un altro francese, il Sig. Georges Mèlies, capì che il cinema poteva diventare spettacolo ed emozione. Ma sono stati gli italiani a portare la realtà nel cinema, la storia. I nostri maestri sono a tutt'oggi insuperati. Bertolucci, Fellini, Antonioni, Visconti, De Sica, altri meno fortunati di fama ma altrettanto geniali.
 
Gli americani invece capirono che il cinema è un'industria, e rispetta le regole dell'industria. Tal costo = tal risultato. Così facendo il cinema diventò dagli anni 30 agli anni 60 una splendida macchina piena di colori ed emozioni.
Negli anni settanta, un momento culturale fondamentale per la nostra storia, Hollywood si fece delle domande, e queste domande partorirono uno splendido cinema chiamato "la new-hollywood", rivoluzione anch'essa mezza italiana, con Coppola, De Palma, Scorsese, Cimino. E alcuni, straordinari casi come Robert Altman, uno dei più grandi conoscitori della macchina cinema che la storia ha avuto l'onore di creare. Un outsider. Un errore nel sistema. Un aneddoto a riguardo: Altman diventò regista cinematografico a 45 anni, all’ultimo giro, per caso. Il suo primo film, MASH, fu giudicato durante una proiezione a Parigi dai produttori "una porcheria da rimontare". Per fortuna due amiche dei poco lungimiranti produttori presenti alla proiezione dissero "ma non avete capito? è satira! è un capolavoro!" Il film uscì come il regista voleva grazie all'aiuto di queste due ragazze (eh…le donne…) e il primo week end, sotto la neve a New York indovinate? 3 km di coda per vedere il film. Anche il mio secondo film, Outing, ha subito la stessa sorte, ma purtroppo alle proiezioni di controllo non c’erano amiche lungimiranti, ma solo le agenzie di attori e gli attori italiani. Non sono stato così fortunato, ma ehy bellezza, siamo in Italia.

Il cinema quindi produce, come per Altman, capolavori, perché è l'essenza degli esseri umani e la summa delle arti. E' un sogno, è la realtà, è la magia, vita e morte in un batter di ciglia.
Occhi completamente aperti. E in Italia?

L'Italia degli anni sessanta sposta la sua produzione cinematografica in pianta stabile a Roma. Roma è anche la sede del Governo, quindi politica, della magistratura, e della…Chiesa.

Tanti poteri tutti insieme nella stessa città cannibalizzano il cinema italiano, trasformandolo in una industria un po' sinistrata, in tutti i sensi, perché la politica si prende impianti, attori, strutture, e il cinema italiano diventa dagli anni settanta in poi uno specchio di una città, Roma, e di una classe politica e religiosa di basso profilo e ignorante.
 
E così arriviamo agli anni 80.
Gli Stati Uniti tornano nel binario dell'intrattenimento, ma per una serie di coincidenze propositive e complice il clima positivo del paese, Robert Zemeckis (Ritorno al Futuro, Forrest Gump) e Steven Spielberg, insieme a George Lucas, rinnovano la tradizione della Hollywood anni 40 e 50 citando (Indiana Jones) ben coniugati dal grande cinema d'autore, espresso da fenomeni come Woody Allen, e in seguito alcuni esempi assolutamente straordinari di grande cinema come Crash, American Beauty, e così a seguire, pietre inarrivabili per il nostro cinema…ma perché?

Perché in Italia negli anni ottanta arriva, tra gli altri, Fininvest, che acquisisce Medusa, e crea Publitalia, dell'imprenditore Silvio Berlusconi. Berlusconi capisce che l'intrattenimento di qualità non è necessario, perché è decisamente più remunerativo affidarsi ad alcuni opinion leader come Mentana, Costanzo, De Filippi, e tirare fuori di volta in volta dei "signor nessuno" (da Sgarbi in giù, la lista è lunghissima, anzi, è l’unica lista esistente) che poco costano e tanto rendono rispetto agli intellettuali come Indro Montanelli, che sono colti, che sono liberi e che quindi fanno domande. Questi soldati dell'imprenditore Silvio Berlusconi, da Mike Buongiorno ai già citati De Filippi e Costanzo, forti di un potere enorme loro concesso, la trasmissione nazionale, quotidiana, per vent'anni a reti unificate, creano una ben strutturata e forse inconsapevole strategia livellando i gusti del pubblico verso il basso. Tutto questo ha luogo nell'asse Milano-Roma. Perchè fare televisione costosa e intelligente quando si può fare spazzatura e ricevere il favore del pubblico?

Qualche voce si leva, forte, fuori dal coro, tra gli altri: Pasolini (ucciso), il musicista Rino Gaetano (morto in circostanze da chiarire), Mario Monicelli (morto suicida).
 
Ci sono altre e più sottili ragioni riguardo all'inarrestabile declino della cultura e del cinema negli anni ottanta. Una, presa a caso, è la profonda ignoranza della media borghesia romana, arrivata dalla campagna negli anni sessanta e abituata a un cabaret (chiamato avanspettacolo o operetta) di basso profilo. Ignoranza che viene propinata a tutta la nazione, attraverso le reti televisive e le produzioni cinematografiche. Un'altra ragione coinvolge tutto il paese: è il benessere e la crisi derivante dalla saturazione delle motivazioni propulsive post belliche. L'Italia negli anni ottanta era arrivata al top. La quinta potenza mondiale. Come ogni esperienza umana, in cima non si può che scendere. I timonieri di questa discesa sono i nostri politici, capitanati da Andreotti, Craxi, Berlusconi, e Napolitano, insieme a una quantità infinita di nomi minori, non escludendo la sinistra, condottiera di un barcone di raccomandati nella cultura, incapace di proporre artisti o registi o attori che non fossero fossero graditi al partito. Alcuni casi sono ancora tra noi, a dire il vero quasi tutti i registi e attori italiani lavorano per protezione politica, in alcuni casi io in prima persona li ho visti al lavoro. Evito di scendere nei particolari.

Alle ragioni del declino di Cinecittà insite nel potere politico e religioso di Roma, e a submotivazioni non meno importanti che ho citato, a una nazione "sazia e disperata" come disse un cardinale a proposito di Bologna, si aggiunge il colpo di grazia. La televisione generalista, la televisione commerciale.

Mentre l'Italia compie la sua discesa verso gli inferi, c'è sempre il resto del mondo.

L'Europa continua, senza il nostro talento ma con punte di prestigio, a tirare fuori autori importanti, da Milos Forman a Lars Von Trier, Kieslowski, e così via. L'America diventa una meteorite impazzita che trascina tutto in un gigantesco vortice unendo Spike Jonze e Charlie Kaufmann di "Essere John Malkovich" al Matt Groenig creatore dei Simpsons, ad altri colpi da maestro di Scorsese e De Palma, più una miriade di autori minori ma di straordinario valore come Alexander Payne, per citarne solo uno tra tutti. Insomma l'America non ci abbandona, la sua propulsività culturale rimane impossibile da per la nostra sfortunata Italia da seguire. L'America trionfa nella rivoluzione dei cartoons con Simpsons e Griffin tra gli altri, con esempi innovativi nei videogiochi (Zak Mc Cracken e gli esempi della Lucasfilm games, per passare da David Cage ora nei negozi con il primo esempio interattivo di cinema, protagonisti Willem Dafoe e Ellen Paige) e l'America scopre i Serial, innovativa rivoluzione ovviamente copiata dagli italiani (lo sceneggiato……) in cui alcuni esempi realmente cinematografici come Dexter, Breaking Bad, il geniale autore di Americano Horror Story e Glee ampliano l'offerta.

Già, l'offerta. Nel calderone della nostra piccola Italia in mano agli ormai nonni degli anni ottanta, ignoranti e avidi, figli di una politica corruttrice e sporca, cattolici nel peggior senso del termine, viene affidato il compito di educare la generazione del 1994.
Voi.

 
 

Non nascono grandi film senza un lavoro costante e senza sosta alla sceneggiatura. Non si diventa registi senza conoscere perfettamente ogni tipo di macchina da presa, lavorato di notte per conoscerne ogni aspetto e ogni difetto. E purtroppo l'Italia di oggi ha tanto bisogno di giovani che abbiano voglia di lavorare. Perché in fondo l'Italia è una nazione fondata sul lavoro no? Ma senza lavoro non si va da nessuna parte.

I giovani del 1994 ricevono un mondo senza John Lennon (ucciso) senza Falcone e Borsellino (uccisi), senza Enrico Mattei (ucciso) senza Aldo Moro (ucciso), senza Pasolini (ucciso) e senza il grande cinema italiano. Replicano ciò che vedono. Ciò che vedono è Striscia la notizia, le commedie italiane (potremmo però dire "commedie romane") di inqualificabile livello. L'Italia però, ricordiamolo, è la nazione con il maggior talento al mondo.
Ma se il talento viene impegnato nel distruggere, tale qualità può diventare letale. Gli americani hanno introiettato ogni tipo di crisi e sputata fuori artisticamente con una critica al sistema sempre più straordinaria, nelle arti visive, nella musica, nel cinema. Perché la libertà di pensiero è un fattore culturale imprescindibile negli Stati Uniti. Non nel paese del Gattopardo. Tomasi di Lampedusa, nel suo libro, diceva le stesse cose che diciamo ora. E' straordinario questo paese. Da duemila anni è fermo. Ci vuole impegno a non cambiare mai nulla, perché nulla cambi.

L'Italia è riuscita in maniera straordinariamente talentuosa a distruggersi, a uccidere i propri eroi, a coltivare un regime della raccomandazione e della mediocrità che ha condannato questo paese per almeno altre tre o quattro generazioni, a partire da oggi. Se ne riparla nel 2050 insomma. Tutto questo mentre tutti i paesi del nord del mondo ci hanno superato in qualità della vita, rispetto per il prossimo, giustizia, economia, libertà di pensiero e stampa. Tutto rinascerà, forse, quando gli italiani neanche esisteranno più nell'accezione attuale del termine. Non si vedono giovani di talento. I giovani non hanno riferimenti culturali per uscire da questa notte della ragione, i cui mostri partoriti sono ogni giorno in televisione, e l'Italia ha spezzato ai giovani ogni forma di arma culturale per rialzarsi. Nell'improbabile caso fortuito che un ragazzo italiano cresca in un contesto propizio culturalmente, e sia dotato di talento, il giovane verrà massacrato a Roma al primo tentativo di parlare con un produttore per raccontare la sua storia. Perché il meccanismo irreversibile in cui il serpente, proprio come il simbolo di un noto distributore cinematografico, si morde la testa è tale per cui l'intelligenza non è solo mal tollerata nel cinema italiano, è addirittura sgradita.

Quindi il banco ha vinto? No. Mai.

Questa battaglia va avanti dal "pane et circensem" degli imperatori romani. Qualche giovane italiano leggerà queste righe e insieme ad altri deciderà che è ora di dire basta a un sistema di mass media che impone gli stessi cantanti che al ritmo di un lager nazista cantano le stesse canzoni in tutte le radio italiane ogni giorno a ogni ora. Gli stessi attori incapaci. Ci vuole impegno a trovare attori senza talento nella patria dell'arte e musicisti orrendi nella patria della musica. Qualche giovane capirà che lo stanno prendendo in giro, che l'Italia potrebbe rinascere domattina, perché i giovani sono molti di più dei vecchi, e che come faccio dire a Massimo Ghini nel film Outing - Fidanzati per sbaglio (che fatica girare quella scena…quanti guai per aver scritto quelle frasi nella sceneggiatura) "se i giovani capissero che li stiamo prendendo in giro…beh….ci spazzerebbero via in un pomeriggio…. e noi questo non possiamo permetterlo, vero?"

Come durante la guerra i vostri ormai bis-nonni ci tirarono fuori dal disastro usando forza, intelligenza e le armi dei nemici, così voi giovani dovete usare le stesse armi che vi sono rivolte contro. Siete a tutti gli effetti "consumatori". Nascete con un codice a barre stampato in fronte. Bene. Vogliono così? Amen. Visto che ancora qualche margine di scelta lo avete, scegliete!! Puntate le loro stesse armi contro di loro. Spegnete la televisione oggi. Per sempre. La televisione, vi insegneranno o dovrebbero farlo nelle università, è un medium convenzionale verticale, in cui loro scelgono cosa voi dovete vedere. La radio altrettanto, spegnetela. Smettete di acquistare i grandi mostri, i cantanti famosi, i prodotti di Maria De Filippi, ogni cosa vi venga imposto. Fatevi sempre la domanda: “perchè lui è famoso?” “di chi è figlio?” “da chi è protetto?” Vale per tutte le persone famose. PER TUTTE. Potete scegliere, è un vostro diritto. Avete fatto caso che il vincitore di Sanremo è passato su tutte le radio per 3 mesi, ogni giorno, ogni ora, e così ogni uscita delle grandi corporation di musica? Vi siete mai chiesti perché? Pensate ci sia solo lui e i pochi altri suoi colleghi come opzioni di musica da ascoltare? Pensate che i registi famosi e gli attori siano dove sono per meriti?

Quando non avranno più spettatori, quando l'ultima infima commedia italiana incasserà cento euro al botteghino, quando finalmente il cantante raccomandato che ruba spazio a chi merita davvero terrà un concerto dove nessuno andrà, quando il regista protetto dal partito politico o figlio di ricchi imprenditori avrà cinque spettatori in sala, quando il mercato vicino casa vincerà sulla grande distribuzione, quando leggere un libro vero (avete capito...i libri...non Fabio Volo) ritornerà di moda, quello sarà l'inizio della vittoria.

Il sistema sarà costretto a proporvi qualità, per sopravvivere. Qualità vuole dire cultura, la cultura vi spingerà a farvi delle domande, e quando tutti saranno Mario Monicelli, Rino Gaetano, John Kennedy, Falcone e Borsellino, Peppino Impastato, allora non si avrà più bisogno di eroi, perché "loro" avranno perso.

Ma siete voi l'unica arma che ha la bellezza del mondo, che ha l’arte, che è compassione e verità, per sopravvivere. Siete voi la bomba che distrugge il sistema.

State attenti, sono furbi, sono più vecchi e più intelligenti. Usano le vostre parole: "libertà" "guerrieri" e così via.

Andiamo dai…siete migliori delle foto su facebook all'aperitivo o in discoteca. Siete potenti, e loro lo sanno, e hanno paura. Basta cinepanettoni, basta cinecomics, basta raccomandati. Riprendete l’Italia smettendo di comprarli, di guardarli, di sentirli. Oggi.

Premiate il cinema di qualità. Premiate la musica indipendente. Smettete di dargli i vostri soldi. Vedrete come cambiano….in un pomeriggio.

buona stagione cinematografica a tutti.
Matteo Vicino.

Ps. Il mio primo film Young Europe è su Youtube. E' uno dei migliori film italiani degli ultimi anni. Ironia della sorte, non è andato al cinema.

Non è piaciuto molto a Roma.

Young Europe, il film completo: BoxOfficeBenful vi invita a vedere il film che oltre 465mila persone hanno già visto su Youtube e che oltre 50mila studenti hanno visionato al cinema grazie al sostegno della Polizia di Stato. Un film toccante che ci fa capire quanto importante sia la nostra (e quella degli altri) vita, il regista Matteo Vicino (qui alla sua opera prima per il grande schermo, recentemente ha diretto la "commedia scorretta", 'Outing') realizza una pellicola pensata per i ragazzi e l'educazione stradale; grazie alla forte caratterizzazione dei personaggi e delle storie riesce invece a coinvolgere il pubblico (tutto) e immedesimarlo e stimolarlo (i giovani sono solidali, si riconoscono nei personaggi). Lo stile narrativo, l'uso del montaggio (serrato e dinamico, del tutto anomalo per una produzione italiana, e ci piace...molto), la fotografia (il film è stato girato con una camera Canon 5D), la musica...tutto è al servizio di questa pellicola e solo quando le luci in sala si riaccendono inizia a lavorarti dentro nella sua crudezza e nella sua realtà (per chi ha avuto la fortuna di vederlo in sala insieme ai ragazzi, ha modo di percepire da subito quanto il film raggiunga lo spettatore)...il buon esempio non è quello che si comunica attraverso le parole ma quello che si suscita mostrandolo con i fatti.

 
 

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