lunedì 23 settembre 2013

RUSH la Recensione di Benful

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"Gli Uomini amano le Donne, ma più delle Donne amano le Automobili"
Era attesissimo questo weekend e 'Rush' ha ottenuto certamente un ottimo risultato al botteghino italiano, con quasi 1.8 milioni di euro nel primo weekend, accolto da recensioni entusiastiche in tutto il mondo, il pubblico è accorso in sala incuriosito dalle vicenda di una sfida che nel 1976 appassionò milioni di sportivi di tutto il pianeta.
Rush
Hollywood ama storie e vicende come queste e non poteva farsi sfuggire una ghiotta occasione come l'aspra battaglia tra James Hunt e Niki Lauda per il memorabile campionato del mondo di Formula 1 del 1976: due uomini, con i temperamenti diametralmente opposti, ognuno dei quali sfida letteralmente la morte per ottenere la supremazia sul suo rivale. Il dubbio era riuscire nella trasposizione cinematografica di un circo, come quello della Formula 1 e delle corse sportive che mai aveva funzionato al cinema, ci avevano provato in tanti in passato da Steve McQueen, Paul Newman, Stallone, Cruise e perfino Senna con il film documentario di Asif Kapadia ma nessuno è riuscito a trasmettere lo spirito emozionante della gara, le dinamiche personali dei piloti, il mondo che ruota attorno ai box...ma questo 'Rush' ci è riuscito !!!
 
Diretto da quel Ricky Cunningham dei "giorni felici" ormai sdoganato da un pezzo in quel di Hollywood, Ron Howard. Rush rompe il muro; le scene di corsa sono emozionanti, dall'inizio alla fine (le due ore di durata non annoiano mai lo spettatore anche per chi - come me - non ha mai seguito con attenzione la Formula 1) sembra di stare sempre con l'acceleratore pigiato (e non siamo in un action movie come in Fast and Furious), molto è dovuto anche ad un ottimo script (tutti gli scambi di frecciatine tra il bel James e il "topo" Niki - più di una volta - vi faranno allentare la tensione - "Ti trovo bene:", dice sorridente l'Hunt di Rush a Lauda, "sei l'unico che ustionandosi il volto è migliorato".) realizzato da quel Peter Morgan abituato a "romanzare" storie vere e biografie, sua è la sceneggiatura del bellissimo The Queen, ci sono tutti gli elementi per essere una storia da cinema: la sfida, la passione, l'amore, il coraggio o meglio l'incoscienza. Ron Howard è stato abile, grazie ad un sapiente uso del montaggio, a ricreare le corse (pare tutte ricreate dal vivo, in ogni dettaglio, nei circuiti del Regno Unito e pure in quello fatale di Nürburgring), miscelando la coinvolgente colonna sonora di Hans Zimmer col roboante rumore dei motori tanto da farci vivere quei Gran Premi come se fossimo realmente là o davanti alla tv.
 
Altro pregio tecnico è la fotografia creata da Anthony Dod Mantle, su tutto la gara finale del mondiale al Fuji sotto una pioggia incessante. C'è poi - ad impreziosire il tutto - un cast scelto in primis per la somiglianza con i veri protagonisti delle vicende e poi per le doti attoriali, Howard è riuscito nell'impresa di regalarci la miglior interpretazione ad oggi del mascellone Chris Hemsworth, l'attore australiano noto per essere il Dio del tuono, Thor trasuda in tutta la sua bellezza (c'è una scena ad inizio film che farà sicuramente la felicità delle spettatrici, con il lato b del bel Chris in primo piano) nel ruolo del pilota playboy Hunt, che si presenta nella prima scena del film entrando insanguinato in un ospedale annunciandosi in stile 007, come "Hunt. James Hunt".
L'antagonista (e narratore del film) è Niki Lauda interpretato da Daniel Brühl (impressionante la somiglianza - anche grazie al trucco di scena - al pilota austriaco), Daniel riesce nell'impresa di far apparire Lauda per quello che era realmente...antipatico e odiato da tutti (e le sue ultime affermazioni omofobiche non fanno altro che alimentare tale fama ancora oggi), riservato e introverso, insomma l'opposto di Hunt !!!
 
Solo dopo il suo ritorno in pista a 42 giorni dall'incidente che lo ha sfigurato in volto e danneggiato ai polmoni, ma per un attimo, c'è una sorta di empatia con il personaggio ma - per fortuna - non dura molto. "Metto in conto il 20% di possibilità di morire, di più non lo accetto" dice Lauda ad Hunt, essere campioni significa anche questo. Così senza rimpianti si ritira dal Gran Premio finale favorendo Hunt che spinge al massimo per vincere quel Mondiale che desidera più per se stesso che per gli altri, e lo spettatore è lì fino alla fine, fino a quando la bandiera a scacchi non sventola e mette la parola fine alla sfida tra i due rivali. "Non sono rimasto sorpreso. Solo rattristato. Rimane l'unica persona che abbia mai invidiato". Sono le ultime parole di Lauda riferendosi ad Hunt. Nel cast vale la pena ricordare anche la presenza del nostro Pierfrancesco Favino (con Howard già in "Angeli e Demoni") in quelli del pilota svizzero Clay Regazzoni, Christian McKay in quelli di Lord Hesketh, Alexandra Maria Lara nei panni di Marlene Knaus, la moglie di Lauda, Olivia Wilde in quelli Suzy Miller, prima moglie di Hunt e l'infermiera - che per prima "impalma" Hunt, Natalie Dormer che tanto abbiamo amato come Anna Bolena in The Tudors e attualmente impegnata nella serie cult, Il Trono di Spade.
Due ore di spettacolo assicurato, anche per chi non ama la F1.
Fulvio Bennati
 


 
 
 
 


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